“Entry-Level”, ma non troppo: l’inglese, l’italiano e le francesi!
Un cordiale saluto a tutti i lettori del Blog. Il 2020 si è appena concluso ed è stato un anno difficile, per tutti e sotto molti aspetti, le nostre abitudini sono state stravolte a causa della pandemia ed il tempo che abbiamo dovuto (e che dobbiamo) trascorrere tra le mura di casa è aumentato esponenzialmente.
Ma, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere e l’impossibilità di uscire mi ha fatto riscoprire il piacere di ascoltare (bene) la mia musica preferita. Avendo una stanzetta “dedicata” allo scopo (vi rimando a questo articolo), ho voluto impiegare del tempo anche in approfondimenti utili al fine di perfezionare le componenti del mio sistema Stereo (2.0) dedicato all’alta fedeltà .. e no, anche se il titolo inganna, non è una barzelletta!
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Premesse ed obiettivi.
Gli anni della prima gioventù, passati a sperimentare installazioni Car-Audio presso la “Sound Machine”, sotto la guida attenta di Mr. Bonecchi Valentino, mi hanno insegnato che intraprendere la realizzazione di un sistema, avendo ben chiaro il risultato che si vuole ottenere, rende tutto più facile e non consente “distrazioni” poco utili e di solito dispendiose in termini di tempo e denaro.
Purtroppo però, il mondo dell’home hi-fi è vastissimo (rispetto a quello del car-audio) e non nego che negli scorsi anni qualche “deviazione” c’è stata, ma nulla di tragico, piuttosto utile a capire che “quella” non era la strada giusta e che forse era bene rivedere un po’ il progetto.
Il mio intento principale quindi, per gusti ed affinità, è stato quello di ottenere un sistema per l’ascolto Stereo in formato analogico, dall’inizio alla fine della catena, senza però togliermi la possibilità (un domani) di saggiare l’ascolto dei nuovi formati digitali, che offrono indubbiamente la possibilità di spaziare in nuove esperienze musicali.
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La scelta dei componenti.
Visto che si parla di analogico, la scelta della sorgente non poteva che essere un giradischi con testina di buona qualità, l’amplificazione doveva essere valvolare con caratteristiche ben precise, i diffusori preferibilmente a pavimento capaci di riprodurre con naturalezza la gamma meglio-alta.
Dopo mesi passati alla ricerca ed alla comparazione dei vari prodotti, molte prove ed altrettanti ascolti, le scelte sono cadute sulle seguenti componenti:
- Giradischi Rega Planar 3 con testina Rega Exact;
- Amplificatore Valver ML-130 (Gabri’s Amp) con pre-phono valvolare integrato;
- Diffusori Davis Acoustics serie Balthus modello 70.
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Rega Planar 3 con testina Exact, tipico stile inglese.
La scelta del Rega Planar 3 non è stata indolore, perché tra tutti è forse il componente più lontano dal concetto di “entry-level”, ma dalla sua ha un ottimo rapporto “qualità/prezzo”, per me fondamentale.
Il P3 è il primo giradischi a catalogo Rega che consente eventuali upgrade utili, rispetto a P1 e P2 ha la possibilità di regolare l’anti-skating liberamente, non vi è l’impostazione fissa di fabbrica presente sui modelli di fascia più bassa, quindi non presenta limiti all’utilizzo di altre testine.
Questo Rega è già predisposto per essere collegato all’alimentazione esterna del motore (modulo TT-PSU), è dotato del braccio RB330 progettato in modo da ridurre al minimo ogni possibile risonanza, ed è assemblato a mano. Non da ultimi, segnalo la presenza di un contrappeso diverso dagli altri modelli, realizzato in acciaio al carbonio, ed il cablaggio specifico Rega a bassa capacità con connettori RCA Neutrik.
La testina pensata da Rega per il P3 è la Elys2 (azzurra) ma, grazie ad un po’ di ricerche ed un po’ di fortuna, sono riuscito a trovare nell’usato una testina Exact (gialla) praticamente nuova. Rispetto alla Elys2 – che impiega uno stilo ellittico – la Exact regala più informazioni, dettaglio e raffinatezza all’ascolto, è infatti equipaggiata con uno stilo a diamante “Vital”. Vi confido che se non l’avessi trovata usata ed in ottimo stato, non l’avrei mai presa, visto il costo importante della stessa.
Per quanto riguarda il design, Il P3 vice a mani basse con il suo inconfondibile stile inglese: semplice, essenziale e pulito. Io l’ho preso in finitura laccata, nero lucido, per accostarsi elegantemente con il resto dei componenti.
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Valver ML-130 (Gabri’s Amp) con pre-phono valvolare, tutto made in Italy.
La scelta dell’amplificatore valvolare è stata più difficile rispetto a quella degli altri componenti, troppe variabili in gioco e scarsa possibilità di testare con mano – o meglio, con orecchio – le combinazioni disponibili.
Con un budget ben definito, in linea con il concetto di “entry-level” che titola questo articolo, la sfida era quella di trovare un sistema a valvole con caratteristiche degne del nome che porta, in grado quindi di offrire calore e corposità al suono, naturalezza nella riproduzione, mantenendo però buona ariosità generale. In quest’ottica, dopo aver ascoltato alcuni amplificatori valvolari con diverse configurazioni e diverse tipologie di valvole, ho deciso di cercare un integrato push-pull con valvole di potenza EL34 e pre-phono valvolare.
Per chi è poco avvezzo alle terminologie legate al mondo valvolare (io per primo, per procedere con una scelta consapevole, ho voluto approfondire gli argomenti), chiarisco brevemente che gli amplificatori push-pull sono costituiti nella parte finale da due valvole uguali tra loro (due valvole per ogni canale), che lavorano in modo alternato ed amplificano due segnali uguali ma sfasati di 180°, ricomponendoli poi grazie ai trasformatori di uscita, con questo si evidenzia anche l’importanza dei trasformatori!
Le EL34 sono valvole termoioniche del tipo pentodo, la loro caratteristica sonora principale è di essere piuttosto ariose, naturali nella riproduzione della gamma medio-alta, con una gamma bassa presente ma non enfatizzata (al contrario – ad esempio – delle valvole KT88 che in genere risultano più presenti in gamma bassa).
La qualità dei trasformatori è un fattore da tenere in considerazione per quanto detto sopra, quindi oltre ad avere una buona progettazione, questi devono essere realizzati a regola d’arte e con i giusti materiali. Per assurdo, essendo anch’essi sempre accoppiati, i trasformatori d’uscita devono essere identici per ogni spira di rame, per ogni millimetro utilizzato.
La ricerca della presenza di un pre-phono valvolare integrato, più che una reale necessità è stata un “puntiglio”, per eliminare fisicamente cablaggi e dispositivi nella connessione tra il giradischi e l’amplificatore. Così che le informazioni raccolte dalla testina potessero arrivare direttamente all’amplificatore, facendo gestire allo stesso il segnale.
L’azienda che – a mio modo di vedere – è stata l’unica a garantirmi la presenza di tutte queste caratteristiche in un progetto, è stata l’italiana “Valver” di Verona, più conosciuta come “Gabri’s Amp”, che con il valvolare ML-130 versione “V3” (con pre-phono valvolare integrato) ha realizzato un prodotto dal rapporto qualità/prezzo incredibile. Questo valvolare, all’interno del catalogo prodotti Gabri’s Amp, si colloca nella fascia enty-level, ma ha davvero tanto da offrire, sia agli appassionati newbie che ai più esperti.
Per gli interessati, riporto qui di seguito le specifiche rilasciate dal costruttore:
Configurazione Push & Pull
Potenza di Uscita Stereo 40w + 40w
Numero Ingressi 3 Linea (RCA)
Sensibilità Ingressi 0,7 V
Impedenza Ingressi 47 KΩ
Risposta in Frequenza 20Hz – 50KHz 1w
Rapporto Segnale/Rumore 98 dB
Distorsione ≤ 0,1% / 1W
Impedenza Uscite 4Ω – 8Ω Selezionabile
Valvole Finali EL34 (x4) Esterne
Valvole Pre Linea 6N1P-EV (x4) Esterne
Valvole Pre Phono 6N1P-EV (x2) Interne
Tensione Funzionamento 220v – 240v / 50-60 Hz
Dimensioni LxPxA 410mm x 300mm x 205mm
Peso 19 Kg
Sottolineo che la realizzazione del Valver ML-130 è assolutamente artigianale, made in italy, impiegando componentistica di assoluta qualità ove necessario, prodotto garantito 5 anni.
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Diffusori Davis Acoustics serie Balthus 70, le cugine francesi.
Con i diffusori è stato tutto più facile, stabilito il budget e le caratteristiche per me fondamentali, mi è bastato recarmi presso i rivenditori della zona ed ascoltare le varie tipologie di diffusori a pavimento che rientravano nel mio limite di spesa, il mio orecchio “esigente” ha fatto il resto.
La francese Davis Acoustics, azienda fondata nel 1986 ancora poco conosciuta nel nostro bel paese, che produce internamente sia i trasduttori che i mobili, con le Balthus 70 mi ha conquistato al primo ascolto. Comparate a dirette concorrenti per fascia di prezzo, le Balthus 70 si sono distinte per una incredibile naturalezza della gamma medio-alta ed una gamma bassa presente, piacevole, ma molto controllata, senza code fastidiose.
I trasduttori impiegati nella realizzazione di questi diffusori prevedono un tweeter soft dome da 25mm con magnete in ferrite e cupola morbida, un midrange in Kevlar da 13cm (punta di diamante del suono Davis), due woofer con membrana in cellulosa da 17cm trattata con resine smorzanti.
Queste Balthus 70 offrono tutti i vantaggi dei diffusori da pavimento con proporzioni generose, la risposta in frequenza è ampia (40-20.000 Hz), buona la tenuta in potenza (130-200 watt), infine sono abbastanza efficienti (92db), caratteristica che ben si sposa con l’amplificazione valvolare!
Per quanto occorrer possa, personalmente definisco il suono di questi diffusori “lusinghiero e rilassante”, la gamma media è ampia ed articolata con una corretta disposizione del palcoscenico, suono sempre coerente, allettante. L’amplificazione valvolare riesce a dare loro la giusta corposità, rendendole molto godibili anche negli ascolti serali, quando i volumi si attenuano, la raffinatezza delle EL34 non fa mai mancare il dettaglio ed ariosità.
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Riflessioni e conclusioni.
Sono abbastanza soddisfatto del risultato ottenuto, tutta la catena si amalgama bene ed opera in modo corretto per regalare – nel mio ambiente – una riproduzione fedele, piacevole e mai stancante.
Al momento della redazione di questo articolo i componenti designati alla riproduzione Stereo sono solamente quelli descritti, ma prevedo in futuro di collegare all’amplificatore valvolare (che dispone di più ingressi in linea, oltre al pre-phono) uno “streamer hifi” in grado di gestire la riproduzione della musica liquida in alta qualità, così da poter spaziare in sempre nuove esperienze musicali. La scelta dello streamer giusto è in corso di studio, sempre con budget ben definito ed in target di un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Spero che questa “breve” descrizione possa essere di aiuto a chi, come me, non dispone di grosse cifre da investire nell’alta fedeltà, ma non vuole rinunciare a quello che di bello ha da regalare la musica!
Seguirà prossimamente un altro articolo nel quale analizzerò i componenti impiagati nel sistema Home Theatre, che condivide con il sistema Stereo solo i due diffusori frontali .. alla prossima e buona Musica a tutti!
Ottimo articolo complimenti……io ho quasi il suo stesso impianto rega planar tre ..però con testina mc Ania pro …le assicuro che rispetto alla Exact ..è un altro sentire ,naturalmente con il suo pre Phono aria .i diffusori sono gli stessi , presi recentemente e confermo il suo ottimo giudizio …l’amplificatore anche io ho preso un valvolare Italiano …Mastersound dueventi ..poi per la parte digitale sono andato sempre in casa Rega con il Dac r che pero’ ora è fuori produzione mi trovo bene suono in stile rega ,,,analogico si fa per dire ..
il tutto controllato da un Mac con Audirvana .ho visto però che non ha affrontato il problema cavi …specie per l’alimentazione —
.Buona Musica in attesa di Suo nuovo articolo
Grazie Maurizio per il feedback e complimenti per il Suo impianto, sarà sicuramente un bel sentire! A riguardo del discorso “alimentazione” Le do ragione, non ho “ufficialmente” affrontato l’argomento, ma – nelle mie possibilità – sto testando diverse soluzioni e spero di raccogliere le mie impressioni in un prossimo articolo. Buona musica, Lele.